Area di Crisi. No ai finanziamenti “a pioggia”, potrebbero essere inutili e dannosi!

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Mettere in campo risorse finanziarie e interventi per la reindustrializzazione del distretto Campochiaro – Venafro significa ridare vigore a un’economia regionale che sta ancora vivendo seri problemi. Il settore tessile, quello metalmeccanico e la filiera avicola, rappresentavano e rappresentano i comparti più importanti dell’economia molisana in termini di fatturato, competenze e occupazione. Se era dunque necessario, ottenere dal Governo le giuste misure di sostegno per aiutare la nostra economia a risollevarsi, la scelta di individuare il distretto Campochiaro – Venafro, non può essere stravolta da altri disegni. Si corre il rischio di creare problemi al tessuto produttivo di quest’area che, invece, ha bisogno di azioni forti e finalizzate a rimettere in moto i processi di sviluppo competitivo e nuovi investimenti che possano creare lavoro. Se si dirotteranno parte dei fondi per interventi in zone ben distanti e non direttamente collegate a quest’area, si corre il rischio di ripetere errori fatali con tutte le conseguenze che la storia degli ultimi anni ben ci ricorda. Sarebbe perciò opportuno valutare meglio certe scelte che possono vanificare l’intera operazione, ne sono consapevoli anche molti Sindaci dei Comuni che sono direttamente interessati ai vantaggi derivanti dall’Area di Crisi, i quali chiedono che gli interventi siano il più organici e risolutivi possibili, evitando quelli che accontentano tutti, ma non servono a nessuno. Allargare la zona interessata dalle agevolazioni rispetto a quanto stabilito dal Ministero, potrebbe significare anche perdite di tempo, visto che buona parte delle nuove aree non è completamente infrastrutturata. Insomma, i famosi finanziamenti “a pioggia” non favoriranno, in pieno, le zone in cui, invece, i capannoni sono idonei e vuoti per un pronto utilizzo anche da parte di investitori che provengono da fuori regione. Spero che sulla questione si ragioni in maniera ancora più seria e che non si commettano errori che possono inficiare l’intera operazione. Lo chiedono oltre gli Amministratori locali anche i giovani e quei lavoratori che sono fuori dal mercato del lavoro, senza grandi prospettive di trovare nuovi impieghi. La giusta decisione e la conseguente azione di avvio dei bandi ci mettono nelle condizioni di guardare al futuro con un po’ di ottimismo in più, è un’occasione che non si può perdere, è troppo importante perché si superi il difficile momento che stiamo attraversando, in modo particolare per chi lo vive in maniera diretta: i lavoratori e le loro famiglie.”.

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